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SPECIE A RISCHIO Quando è il maschio a partorire: il «miracolo» dei cavallucci marini

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view post Posted on 16/5/2022, 19:14
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SPECIE A RISCHIO
Quando è il maschio a partorire: il «miracolo» dei cavallucci marini
È l’unica eccezione nel mondo animale. La femmina depone le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio. A Gioiosa Ionica ne esiste una colonia
di Sara Moraca

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Un cavalluccio marino a Gioiosa Ionicashadow

Nel periodo compreso tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate li si può osservare con un pancione turgido, spesso aggrappati con la coda a una cima o a una pietra sul fondo del mare. In questo caso, però, è il padre a occuparsi della gestazione e del parto: la famiglia dei Syngnathidae, a cui i cavallucci marini appartengono, costituiscono l’unica eccezione del genere nel mondo animale. La femmina depone le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio, situata vicino all’apertura anale. Alla schiusa, il maschio espelle gli avannotti con delle contrazioni addominali simili al parto femminile, evento piuttosto insolito in natura, chiamato gravidanza maschile. «Assistere a uno di questi eventi è qualcosa di eccezionale. Nel giro di pochi secondi vengono alla luce decine di piccoli cavallucci. Si tratta di un evento diverso rispetto a qualunque altra cosa vista sui fondali», racconta Roberta Eliodoro, archeologa e subacquea, proprietaria di un diving a Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), che da quindici anni monitora una colonia di cavallucci marini sita sui fondali sabbiosi del luogo.

. Italia esistono due specie fondamentali di cavallucci: il cavalluccio marino dal muso corto (Hippocampus hippocampus), che vive prevalentemente tra le foglie di posidonia oceanica, e il cavalluccio marino dal muso lungo o cavalluccio camuso (Hippocampus guttulatus), che vive tra alghe, mangrovie e coralli; entrambe le specie vivono a una profondità non superiore ai 60 metri. «Rispetto al passato se ne vedono meno, ma gli avvistamenti qui a Marina di Gioiosa sembrano essere maggiori rispetto al resto d’Italia, dove questi incontri sono diventati piuttosto rari. Chi si immerge fino a 5-6 metri ha buone possibilità di avvistarne qualcuno, non serve andare fino a profondità elevate. Fino a qualche anno fa, in occasioni di mareggiate, venivano trovati spiaggiati perché difficilmente riescono a contrastare il moto ondoso», spiega Eliodoro. Il fondale di Marina di Gioiosa sprofonda poco lontano dalla riva fino a toccare i 400 metri di profondità: questo favorisce la presenza dei microcrostacei di cui i cavallucci marini sono golosi, il cosiddetto krill, e rende l’ambiente marino particolarmente ricco di nutrienti. Nonostante siano diminuiti gli avvistamenti, non ci sono trend circa la crescita/ diminuzione della popolazione delle due specie di cavallucci marini presenti nelle acque del nostro paese: la IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, chiarisce infatti che i dati a disposizione della comunità scientifica a livello globale non sono sufficienti per chiarire lo stato di conservazione della specie e dichiararne l’eventuale vulnerabilità. I dati sono carenti anche per altre specie non presenti in Italia, mentre in Mediterraneo è stato possibile dichiarare la relativa vulnerabilità.



I fattori di stress
«Si tratta di animali difficili da studiare, ma sappiamo che negli ultimi decenni le due specie residenti in Italia hanno avuto un forte declino. L’inquinamento, la pesca a strascico e il cambiamento climatico costituiscono stress per queste specie, che però a volte riescono a trovare comunque condizioni favorevoli alla sopravvivenza, come dimostra un recente studio sul Golfo di Taranto, un’area fortemente antropizzata dove le popolazioni di cavallucci sono però ancora presenti», spiega Elena Papale, etologa all’Istituto per lo studio sugli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del CNR. A livello globale, dati della ONG Oceana chiariscono che sono circa 37 milioni i cavallucci marini che vengono pescati per l’essicazione, la produzione di rimedi tradizionali o per l’immissione in acquario. Ecco perché vederne ancora nei nostri mari ci deve far sentire molto fortunati. .

www.corriere.it/cronache/20_febbra...anza%20maschile.
 
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