LINO CURCI
OTTOBRE
Strade d'ocra leggere, solitarie
in quell'aria dorata, dal timone
dei rossi carri l'uomo silenzioso
guarda lontano, va la vigna bassa
fino alla proda: come canta l'ora
d'autunno prima del tramonto! Un fumo
di pienezza felice la rallegra,
evàpora e rallenta
tutta la vita. Contemplavo a valle
le crete digradanti intorno i poggi
con i paesi. A chi rubavo quella
felicità così calma e stordita?
Ed ero come il grappolo che resta
legato al tralcio dopo la vendemmia.
(da "Un fuoco nella notte", 1959)
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ROBERT FROST
OTTOBRE
O dolce quieta mattina d'ottobre,
Sono pronte a cadere le tue foglie.
Il vento di domani, se sarà
Forte, tutte le sperderà.
Sopra la selva il richiamo dei corvi,
Forse domani se n'andranno a schiera.
O dolce quieta mattina d'ottobre,
Lente inizia le ore di questo giorno.
Fa' che il giorno ci sembri meno breve.
Noi, cuori non avversi all'illusione,
Illudi nel modo che sai.
Stacca una foglia all'aprirsi del giorno,
A mezzodì stacca un'altra foglia;
Una dai nostri alberi, una molto lontano.
Attarda il sole con la nebbia gentile:
Incanta la terra col tuo ametista
Oh lentamente!
Per amore di quella vigna, non foss'altro,
Le cui foglie già sono strinate dal gelo,
I cui grappoli andranno altrimenti perduti
- Per amore di quella vigna lungo il muro.
(da"A boy's will", 1913)
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JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
NELLA NEBBIA D'OTTOBRE
Terrazza
Nella nebbia d'ottobre
tutto il rosso è rosa.
Con il becco sotto l'ala,
avvolto nel suo stesso tepore,
il cuore senza un orizzonte
grande, come il suo battito profondo, si chiude in sé
e medita, raccolto e gonfio,
sul prossimo.
...E piange, dolce,
di aver dato all'oblio
tanta bellezza prossima.
(da “Pietra e cielo”, Atenea, 1919)
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ATTILIO BERTOLUCCI
TORNANDO A CASA
È il caro tempo dell'anno quando
più dolci nubi il cielo del mattino
attraversano, e il passo di chi parte
trova foglie più fitte nel sentiero
che s'allontana.
S'apre la strada su ville gentili
di fumo azzurro e giocondo granturco
nella pace del sole meridiano
che l'iride saluta con un lieto
ringraziamento.
Così il celeste ottobre in silenzio
trascorre, così accende nelle siepi
devastate e soavi ultime bacche,
aspre more che il sole declinante
più non matura.
Ma se viene la sera, se il cielo
impallidisce fra distanti torri
nella luna che sorge, le gaggìe
si fanno incontro umide di pianto
ad abbracciarti.
(da “Lettera da casa”, 1951)
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