Un indicatore prevede il rischio di declino cognitivo
Sudare tanto da giovani fa bene alla memoria. E’ quanto affermano i ricercatori del Sunnybrook Research Institute di Toronto, che, durante la recente Conferenza internazionale dedicata al morbo di Alzheimer, hanno presentato la loro innovativa scoperta. Si tratta di un indicatore tramite il quale si può monitorare lo stato di salute del cervello e prevedere il rischio di declino cognitivo.
La misura consiste nella differenza tra la spesa energetica per l’attività (AEE), e cioè la quantità d’acqua che la persona perde durante lo sforzo fisico, che equivale al 90% della spesa energetica totale, e il tasso metabolico a riposo, ovvero quel dispendio costante anche in assenza di movimento fisico.
L’indicatore è stato sperimentato su 197 soggetti con un’età media di 74,8 anni che non presentavano problemi cognitivi o di mobilità quando la ricerca è iniziata, tra il 1998 e il 1999. Dall’esperimento, guidato da Laura Middleton e pubblicato su Archives of Internal Medicine, è risultato che gli individui che avevano perso più acqua, sintomo questo di un metabolismo più attivo, avevano un livello di funzione cognitiva più alto.
Meglio, quindi, sconfiggere la pigrezza fisica fin da giovani facendo sport, corse, camminate e pedalate. La memoria, in vecchiaia, compenserà tutti gli sforzi e le sudate passate.
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