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| A 13.600 km di distanza dall'epicentro del sisma dell'11 marzo scorso Lo tsunami del Giappone ha staccato iceberg giganti al polo Sud Sulla piattaforma Sulzberger arrivò un'onda di soli 30 cm ma fratturò un blocco stabile da almeno 46 anni Le immagini dal satellite prima (a sinistra) e dopo lo tsunami (da Nasa) MILANO - Tredicimilaseicento (13.600!) chilometri. È la distanza tra l'epicentro del sisma in Giappone dello scorso 11 marzo di 9 gradi della scala Richter, che causò il terribile tsunami che provocò circa 30 mila vittime tra morti e dispersi, e la piattaforma di ghiaccio Sulzberger in Antartide. Ebbene, 18 ore dopo il terremoto le onde anomaleattraversarono tutto il Pacifico e l'oceano Antartico e colpirono la barriera ghiacciata di Sulzberger staccando alcuni enormi iceberg. STABILE DA 46 ANNI - Lo ha scoperto una scienziata della Nasa, Kelly Brunt, e alcuni suoi colleghi della Northwestern University e dell'Università di Chicago analizzando le immagini del satellite europeo Envisat dei giorni successivi lo tsunami che riprendevano la calotta polare antartica. Lo studio è stato pubblicato su Journal of Glaciology ed è la prima conferma diretta tra un maremoto e gli iceberg. Le onde ruppero la piattaforma alta 80 metri per una superficie totale di circa 175 chilometri quadrati (il doppio di un'isola come Pantelleria). Secondo i dati storici, quella parte della piattaforma ghiacciata Sulzberger non si era mai fratturata a partire dal 1965. da:corrieredellasera.it
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