Arriva il casco che cura il cervello
Si chiama Magics: è il centro di neuromodulazione cerebrale che, al San Raffaele di Milano, favorisce il recupero dopo un ictus e tratta i casi gravi di depressione.
Nel rispetto della regola che, prima o poi, la realtà supera la fantasia, ecco farsi strada nella ricerca applicata un’idea che da sempre ispira i libri di fantascienza: modificare l’organizzazione delle reti neuronali con un casco a onde elettromagnetiche. Il fine è curare i malati e non controllare i pensieri.
In ballo c’è la possibilità di favorire il recupero dopo un ictus, intervenire in casi di depressione, Parkinson, Alzheimer, Sla.
Tutte speranze affidate al Magics, Magnetic intracerebral stimulation center: un centro di neuromodulazione magnetica inaugurato all’Inspe, l’Istituto di neurologia sperimentale in relazione con il dipartimento neurologico del San Raffaele di Milano.
Tre anni fa Abraham Zangen del Weizmann institute of science, Israele, aveva proposto una particolare versione di una tecnica detta “stimolazione magnetica transcranica”.
Funziona così: il paziente indossa un casco che contiene spirali su cui scorre una corrente elettrica capace di generare un campo magnetico che attiva le connessioni fra neuroni. Zangen ha creato un metodo per raggiungere zone cerebrali più profonde (in precedenza si arrivava a un centimetro).
Nei test in Israele, il trattamento aveva avuto effetto su 50 malati di depressione che non rispondevano agli antidepressivi. Giancarlo Comi, fondatore e direttore dell’Inspe, ha voluto questo nuovo centro che opererà con l’Istituto Weizmann: “Gli stimoli magnetici raggiungono aree cerebrali ampie, fino a 6 centimetri sotto lo scalpo; così facendo determinano complesse modulazioni dell’attività nervosa.”
L’approccio non è invasivo, soprattutto in confronto a metodi tradizionali quali l’inserimento di elettrodi nel midollo spinale o nel cervello. “Da tempo si sa che la corteccia motoria sottoposta a stimoli elettrici o magnetici si attiva, producendo onde che viaggiano lungo le fibre nervose e provocando la contrazione dei muscoli. Poi si è visto che stimolazioni ripetitive agiscono sul tessuto nervoso con valenze terapeutiche” spiega Comi.
Stimolazioni magnetiche nella regione frontale si sono dimostrate efficaci in casi di depressione resistente ai farmaci, con risultati incoraggianti anche in pazienti con disturbi motori. Studi ne indicano l’efficacia nel dopo ictus. “Siamo ai primi passi di una terapia che potrebbe aggiungersi a quella farmacologica” precisa Letizia Leocani, responsabile di Magics.
Le attività del centro sono supportate dalla Fondazione MariaTeresa Parea Uva che ha realizzato un sistema di raccolta fondi per le malattie neurodegenerative.
“Vogliamo contribuire alla ricerca nella speranza che vengano compresi sempre meglio i meccanismi degenerativi del cervello” dice Alberto Uva, presidente della Fondazione. “La Fondazione prende il nome da mia madre, psicologa comportamentale che nel 1971 coinvolse mio padre Gaetano nel creare uno dei primi centri di medicina psicosomatica alla villa Sormani Marzorati a Missaglia.”
Fonte: www.medicinariabilitativa.ithttp://rassegnastampa.unipi.it