| Navaho
UN PO' DI STORIA
I Navaho o Navajo chiamano se stessi Dineh o Dinè o Dinne (il Popolo). Anticamente vivevano più a settentrione del territorio che vennero abitando circa 900 anni fa, nel Sud-Ovest degli attuali Stati Uniti D'America. Allevatori, fini tessitori e artigiani, buoni cacciatori e guerrieri, abitavano tipiche case di terra, hogan. Sono oggi probabilmente la più grande tribù nativa del Nordamerica: circa 160.000 Dineh (200.000 secondo qualche testo), che hanno assimilato vari altri gruppi tribali, vivono, suddivisi in una cinquantina di clan, nella più grande riserva indiana dell'America settentrionale, che misura circa 65.000 kmq e si trova al punto di confine tra Arizona, New Mexico, Utah e Colorado. Alcuni secoli orsono, i Dineh lasciarono i territori settentrionali del Nordamerica e, attraversate le Rochy Mountains emigrarono lentamente a sud, intorno al XV secolo s'imbatterono nell'evoluta civiltà dei sedentari indiani Pueblo.I l contatto con tale cultura apportò i primi importanti cambiamenti nella loro vita, mentre l'introduzione successiva di certi beni da parte degli Spagnoli, ma soprattutto il pascolo e poi l'allevamento delle pecore, contribuirono a trasformare radicalmente la struttura economica e la composizione sociale della tribù Il nome Navaho è stato loro attribuito per la prima volta dalgi Spagnoli nel 1630, per distingerli dagli Apache. In lingua tewa la parola navahuu significa "campi coltivati in un arroyo" e i Navaho sono stati battezzati in tal modo non perchè coltivassero i campi, ma perchè erano stati scoperti dai bianchi nelle vicinanze di campi coltivati da altre tribù, campi che essi sistematicamente depredavano. In effetti furono però anche grandissimi agricoltori, oltre che allevatoridi pecore: misero infatti a punto un sistema di vitae un'economia basati sull'allevamento, l'agricoltura e le razzie e per tale ragione conducevano una vita seminomade. Nel 1849 il governo statunitense si impadroni del loro territorio. Essi erano temuti come un gruppo di bande bellicose e dedite alla razzia, ma non erano organizzati in tribù, tanto che quando, nel 1863, venne intrapreso un tentativo di trasferimento coatto in una riserva in New Mexico e venne dato l'ultimatum ad alcuni capi locali, gran parte dei Navaho, che vivevano in gruppi dispersi, nula seppe. Il che diede l'occasione per intraprendere, da parte dei bianchi, una politica della terra bruciata versi i "ribelli". Vennero distrutte le coltivazioni di mais e gli orti, le case, i pozzi e il bestiame. Così che i Navaho, con eccezione di alcuni gruppi, si arresero l'anno dopo e intrapresero il "Lungo cammino", una delle pagine più tristi della storia del "Popolo": in un faticoso viaggio a piedi di 300 miglia verso Fort Summer cira 800 prigionieri morirono o furoni uccisi. Cinque anni dopo ai superstiti dei 60 clan suddivisi secono legami di parentela, fu concesso di tornare in patria, dove ripresero le ettività di agricoltura, allevamento e artigianato. Ancora oggi sono famosi come tessitori e lavoratori dell'argento. Nell'universo Navaho esistono due classi di persone: Il Popolo della Terra (gli esseri umani) e il Popolo Santo (gli esseri soprannaturali, potenti e misteriosi). I Navaho ritengono che l'universo funzioni secondo alcune regole che devono essere seguite da ambo i popoli; se tali regole vengono rispettate, il mondo sarà armonioso e bello e vi sarà salvezza e abbondanza. Se non lo sono, se la malattia o una ferita colpiscono un individuo, il Popolo della Terra intraprende delle cerimonie nelle quali chiede al Popolo Santo di restaurare l'equilibrio dell'universo. Si ritiene infatti che le malattie nascono dalla disarmonia derivante dalle trasgressioni contro il corpo e la mente di ciascuno: l'individuo ammalato può aver rotto l'armoniacon l'ambiente o aver infranto le regole e le pratiche cerimoniali. I riti ruotano, come presso gli Hopi, intorno a complesse pitture su sabbia dai molteplici significati, tramandati oralmente di generazione in generazione. Esistono più di 800 forme di pittura su dabbia, ciascuna collegata a un canto o a una cerimonia. Il rito più famoso è quello del Canto della Notte, che si teneva nei mesi invernali ed era teso a riportare la salute al corpo, alla mente e allo spirito della tribù.Canto Navajo
Con il cuore colmo di vita e di amore camminerò.
Felice seguirò la mia strada.
Felice invocherò le grandi nuvole cariche d'acqua.
Felice invocherò la pioggia che placa la sete.
Felice invocherò i germogli sulle piante.
Felice invocherò polline in abbondanza.
Felice invocherò una coperta di rugiada.
Voglio muovermi nella bellezza e nell'armonia.
La bellezza e l'armonia siano davanti a me.
La bellezza e l'armonia siano dietro a me.
La bellezza e l'armonia siano sotto me.
La bellezza e l'armonia siano sopra a me.
Che la bellezza e l'armonia siano ovunque, sul mio cammino.
Nella bellezza e nell'armonia tutto si compia.
(Dal canto della notte dei Navaho)
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