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Perché da pedoni decidiamo di andare a destra o a sinistra? Seguiamo un modello matematico

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view post Posted on 26/1/2019, 17:07
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Perché da pedoni decidiamo di andare a destra o a sinistra? Seguiamo un modello matematico



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Nuovo studio potrà permettere di strutturare sistemi per aiutare chi soffre di ansia sociale e agorafobia (paura degli spazi aperti) o chi è affetto da demofobia (paura della folla)

ANGELA NANNI

Muoversi in mezzo a una grande folla, puntando dritti e veloci verso la propria meta senza scontrarsi con le altre persone. C’è chi lo fa automaticamente e senza problemi evitando gli ostacoli, chi fatica e chi, con timore, lo evita.

Esiste un modello matematico che può descrivere il movimento delle persone fra la folla? Se esiste, quali sono le potenziali ricadute pratiche nel riuscire a identificarlo? «È possibile scrivere equazioni matematiche quantitative per un sistema apparentemente casuale, come una folla pedonale? La dinamica della folla è vicina a quella di un fluido tradizionale? Sono queste le domande che ci hanno spinto ad allestire uno studio che ci potesse consentire di elaborare un modello matematico capace di prevedere, in presenza di una grande folla, quali dovrebbero essere i singoli movimenti di ogni individuo- spiega Federico Toschi professore presso l’Eindhoven University of Technology (TU/e) che aggiunge- in qualità di ricercatori di fisica dei fluidi ci interessiamo alle folle di pedoni come esempio di un cosiddetto fluido attivo.

I fluidi attivi sono caratterizzati da atomi, i pedoni, in questo caso, in grado di muoversi autonomamente e di esprimere durante il moto strategie e/o coordinamento. Questo in contrapposizione ad atomi in fluidi ordinari che si muovono in modo passivo come, ad esempio, piccoli grani di sabbia trascinati dalle correnti marine».

Lo studio

Per studiare la dinamica della folla ed elaborarne un modello matematico, i ricercatori hanno collocato speciali telecamere tridimensionali nella stazione ferroviaria di Eindhoven, in uno dei punti più affollati, in modo da registrare le traiettorie dei passanti durante la giornata.

In questo modo sono stati memorizzati tutti gli spostamenti di milioni di pendolari inconsapevoli, per un periodo di 6 mesi. Prima d’ora, studi di questo tipo sono stati condotti avvalendosi di misure effettuate in condizioni di laboratorio o per mezzo di modelli computerizzati.

«Dopo aver analizzato l’enorme mole di dati raccolta, concludiamo che seppure la traiettoria di un singolo individuo non sia prevedibile con esattezza, è possibile comunque descriverla quantitativamente in termini probabilistici» spiega il dr. Alessandro Corbetta, ricercatore presso l’Eindhoven University of Technology autore principale dello studio. Tali informazioni potrebbero essere utilizzate un giorno, per esempio, dai progettisti per allestire al meglio spazi solitamente affollati come stazioni ferroviarie, fermate della metropolitana o aeroporti. Chissà che tali modelli poi, potranno permettere anche di studiare sistemi innovativi per aiutare chi soffre di ansia sociale e agorafobia (ovvero chi ha paura degli spazi aperti) o chi è affetto da demofobia (cioè chi ha paura della folla). «È noto che questi disturbi sono caratterizzati dall’evitamento sistematico di situazioni pubbliche, affollate o dalle quali sia difficile allontanarsi e scappare. -Puntualizza Daniela Palomba ordinario di psicologia clinica presso l’università degli studi di Padova che aggiunge- Studi clinici suggeriscono anche come tali pazienti tendano spesso a effettuare percorsi più lunghi e disagevoli se possono con questo evitare piazze, mercati o comunque luoghi molto affollati. Lo sviluppo di algoritmi di monitoraggio di spostamenti potrebbe aiutare nella diagnosi, anche attraverso rilevatori GPS e nella verifica dell’efficacia di trattamenti psicologici basati sull’esposizione e confronto con la situazione temuta».

https://www.lastampa.it/2019/01/25/scienza...T1L/pagina.html
 
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view post Posted on 26/1/2019, 23:45
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però..
 
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