Perché il suono della nostra voce non è quello che crediamo?
Tutte le persone quando ascoltano la propria voce registrata ritengono che sia molto diversa da quella che conoscono. Nella maggior parte dei casi l’opinione è che la propria voce registrata sia molto meno gradevole di quella che si è sempre percepita mentre si parla.
La voce, come si sa, viene prodotta dalle vibrazioni delle corde vocali, messe in movimento dall’aria espulsa dai polmoni. Le corde vocali sono posizionate alla base della laringe. Sono strutture muscolari ricoperte di mucosa e quelle degli uomini sono più grandi di quelle delle donne e questo è il motivo del tono più grave della voce maschile.
La voce, come ogni altro suono che sentiamo, è dunque un’onda che si muove nell’aria e che viene catturata dalle nostre orecchie. “L’orecchio esterno incanala le onde sonore nella nostra testa attraverso il condotto uditivo esterno ed il timpano, che inizia a vibrare”, spiega la dottoressa Patrizia Consolino, audiologo foniatra dell’Ospedale Martini di Torino. “Queste vibrazioni viaggiano attraverso l’orecchio medio fino a raggiungere l’orecchio interno, dove la coclea trasforma finalmente le vibrazioni in segnali elettrici. Il segnale elettrico prodotto dalla coclea viene poi inviato tramite il nervo uditivo al cervello”. Alla fine è il cervello a creare i suoni che sentiamo, decifrando ed elaborando i segnali elettrici.
Quando parliamo e ascoltiamo la nostra stessa voce, però, succede anche qualcos’altro. A questo modo di udire tutti i suoni che provengono dall’esterno se ne aggiunge un altro: un segnale che viaggia direttamente attraverso il nostro corpo. La nostra voce infatti non passa solo attraverso l’aria che emettiamo e che il nostro orecchio cattura, ma anche attraverso le ossa del nostro cranio.
“Tra la nostra laringe e l’orecchio funzionano una serie di risuonatori, che sono le ossa, ma anche la bocca e la lingua”, spiega Patrizia Consolino. Questi risuonatori arricchiscono la nostra voce di frequenze e soprattutto di frequenze più basse. E raggiungono direttamente la coclea, senza passare attraverso il timpano. È l’effetto di questi risuonatori a modificare la voce e a renderla più ricca e più gradevole.
Quando le nostre parole vengono registrate da un microfono, queste frequenze create dai risuonatori che stanno nella nostra testa ovviamente scompaiono. Infatti la nostra voce registrata ci sembra sempre più acuta di come la percepiamo normalmente. Il fatto che sia diversa insieme al tono più acuto pare siano i motivi principali per cui la troviamo meno gradevole. Un esperimento condotto da due psicologi statunitensi ha messo in discussione questa convinzione, mostrando che le persone in realtà apprezzano la propria voce più delle altre, a patto che non sappiano che sia la propria.
In ogni caso, la nostra voce, come la percepiamo noi stessi è un suono che appartiene solo a noi stessi, che nessun altro ha mai udito o potrà mai udire.
http://www.lastampa.it/2018/09/29/scienza/...ppN/pagina.html