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Il risveglio di Rosetta: inizia l’avventura a caccia della cometa

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view post Posted on 21/1/2014, 18:32
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Il risveglio di Rosetta: inizia
l’avventura a caccia della cometa



La sonda spaziale è nuovamente riattivata, e ha inviato al centro di controllo europeo ESOC tutti i dati relativi al suo stato interno.

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antonio lo campo

E’ stata “risvegliata” dopo un lungo periodo di sonno, una sorta di “ibernazione” durata quasi tre anni. La sonda spaziale automatica “Rosetta”, dell’Agenzia Spaziale Europea ESA, da alcune ore è nuovamente riattivata, e ha inviato al centro di controllo europeo ESOC tutti i dati relativi al suo stato interno. “Sta bene, ha avuto un ottimo risveglio”, hanno annunciato con entusiasmo i tecnici del centro spaziale di Darmstadt, in Germania.



Ed ora, inizia ufficialmente l’inseguimento al suo grande obiettivo: la cometa “67 P/ Churyumov-Gerasimenko”. Dalla sonda, il prossimo mese di novembre, verrà rilasciato un piccolo modulo di atterraggio (lander) che dovrà in seguito andare ad “arpionare” le proprie zampe di atterraggio al nucleo della cometa, quasi come le fiocine del Capitano Ahab con Moby Dick nel celebre romanzo di Melville. Il “lander” tenterà, per la prima volta nella storia, l’atterraggio sul nucleo di una cometa: un impresa ardìta, su un corpo celeste che a sua volta sarà in continuo movimento.



Inizia la grande rincorsa

Le ragioni dello “spegnimento” della sonda, che dall’8 giugno 2011 era in fase di “ibernazione”, sono dovute alla grande distanza dal Sole, tale da non permettere ai pannelli solari di raccogliere tutta l’energia necessaria per tenere attivi gli strumenti a bordo. Il momento della ripresa delle attività era stato codificato nel software di bordo del veicolo spaziale, ed il risveglio è avvenuto in maniera automatica, senza segnali provenienti dalla Terra.

Il “risveglio” della sonda, è stato comandato da un orologio interno: subito dopo (alcune ore fa), Rosetta ha verificato lo “status” dei suoi sistemi principali, ha iniziato a ruotare per acquisire il Sole e le stelle necessarie al computer di bordo per stabilire la sua posizione nello spazio, ed infine ha ruotato su se stessa per orientare i pannelli solari e per puntare l’antenna verso la Terra. A quel punto ha iniziato ad inviare il suo segnale fornendo al centro di controllo di ESOC dell’ESA tutti i dati relativi al suo stato interno.

A partire dal mese di aprile, seguiranno eventi di check-up per i diversi strumenti scientifici, mentre a maggio inizieranno le manovre di avvicinamento alla cometa, previsto per agosto, e l’avvio delle prime osservazioni a distanza, prima che il lander si separi (in novembre) per posarsi sulla cometa.

La sonda e la cometa viaggeranno insieme, raggiungendo il perielio nell’agosto del 2015 per poi allontanarsi dal Sole. La sonda sarà in grado di comunicare e inviare dati scientifici fino a dicembre del 2015.

La sonda è composta di due parti: orbiter e lander. L’ orbiter, cioé la sonda “madre” porta con sé il lander denominato “Philae” che, una volta in prossimità della cometa, si separerà dalla sonda madre e si poserà sulla cometa per eseguire le analisi in-situ mediante una serie di strumenti e, in particolare, prelevando campioni del nucleo mediante il sistema SD2 (una sorta di trivella), che verranno analizzati dai diversi strumenti per l’analisi delle proprietà chimico-fisiche e mineralogiche a bordo.



L’importanza dello studio delle comete. Forse portatrici di vita, anche sulla Terra

Il nome Philae, del piccolo modulo d’atterraggio, prende il il nome di un’isola sul Nilo dove è stato trovato un obelisco con un’iscrizione bilingue contenente i nomi di Cleopatra e Tolomeo in geroglifico. Questa iscrizione ha fornito allo storico francese Champollion un importante indizio che gli ha permesso di tradurre i geroglifici della Stele di Rosetta e svelare così i segreti della civiltà dell’antico Egitto. Come l’obelisco di Philae e la Stele di Rosetta hanno dato le chiavi per interpretare un’antica civiltà, il lander Philae e il satellite Rosetta dovranno svelare i misteri dei più antichi costituenti del nostro Sistema Solare, le comete. Germania, Francia, Italia e Ungheria, che insieme ad Austria, Finlandia, Irlanda e Regno Unito hanno realizzato il lander, hanno indetto un concorso per scegliere il nome più appropriato per la sonda. E Philae è stato proposto da una ragazza italiana, Serena Olga Vismara, di Arluno, località vicino Milano, che ha poi vinto un viaggio alla base Kourou, in Guiana Francese, per assistere al lancio di Rosetta.



Il peso totale della sonda al lancio, avvenuto il 2 marzo 2004 con un razzo Ariane 5, era di 3000 kg, inclusi 1650 kg di propellente, 165 kg di strumentazione scientifica e 100 kg relativi al modulo di atterraggio “Philae”. A bordo ospita pannelli solari al silicio per una superficie complessiva di 68 metri quadrati, un’antenna orientabile di 2.2 metri di diametro, batterie agli ioni di litio, speciali radiatori a superficie variabile per lo smaltimento del calore, telecamere, sensori stellari, sensori di sole e giroscopi laser per la navigazione. Rosetta, da alcune ore ha quindi iniziato il suo lungo viaggio verso la cometa Churyumov-Gerasimenko, che dovrà studiare sia nell’avvicinamento ad essa, sia con l’atterraggio del Philae. Durante il suo viaggio, la sonda ha sfruttato l’effetto “fionda gravitazionale” (gravity assist) una volta attorno a Marte e ben tre volte attorno alla Terra, e ha avuto incontri ravvicinati (fly-by) con gli asteroidi “Steins” nel 2008 e “Lutetia” nel 2010, prima di proseguire il suo viaggio nello spazio profondo in stato di ibernazione.



L’Europa dello spazio (con forte contributo italiano) vanta già una grande tradizione per missioni verso le comete: la prima in assoluto infatti, fu la “Giotto”, che nel marzo 1986 avvicinò a 500 chilometri (quindi sfiorò, in termini astronomici) la cometa di Halley. Come la famosa Stele di Rosetta, la sonda europea andrà a caccia di importanti informazioni capaci di farci decifrare i segreti e gli enigmi delle comete per comprendere meglio i segreti che ancora avvolgono la nascita del nostro sistema solare. Le comete, come ci spiegano gli scienziati, sono gli oggetti più primitivi del nostro sistema solare, e la loro composizione non ha subito modificazioni rilevanti dal momento della loro formazione. Pertanto, conservano le informazioni sullo stato primordiale della materia, come era circa 4600 milioni di anni fa. Una volta acquisite, queste informazioni consentiranno alla comunità scientifica internazionale di migliorare la conoscenza sulle origini del Sole e dei pianeti, inclusa la nostra Terra, i cui oceani e atmosfera, secondo teorie accreditate, potrebbero essersi formati a partire da elementi giunti sul nostro pianeta attraverso impatti con le comete, all’epoca della sua formazione.

Rosetta potrà contribuire, inoltre, a fornire risposte ad uno dei quesiti più intriganti: le origini della vita. Alcuni scienziati ipotizzano che gli impatti della Terra con comete contenenti complesse molecole organiche le abbia fornito i mattoni fondamentali dai quali si è successivamente sviluppata la vita.



La partecipazione italiana

Rosetta è stata progettata e costruita dalla linea di business Space System (prima Astrium) di Airbus Defence and Space in qualità di principale contraente della missione. Ma la partecipazione italiana, sia nella realizzazione, sia nelle attività di studio della sonda, è rilevante.

Thales Alenia Space, ha preso parte alla missione Rosetta in qualità di contraente principale per le attività di assemblaggio, integrazione e prova del satellite e per la campagna di lancio, per le quali ha provveduto anche alla definizione ed all’approvvigionamento delle attrezzature meccaniche ed elettriche di supporto a Terra. Thales Alenia Space ha inoltre realizzato lo speciale trasponditore digitale di bordo della sonda, essenziale per i collegamenti con la Terra.



L’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ha contribuito finanziando gli strumenti a bordo della sonda madre (GIADA, VIRTIS e OSIRIS) e i sottosistemi del lander (SD2 – prima trivella spaziale che abbia mai volato su una sonda interplanetaria - e Solar Array).

Inoltre, per il lander Philae l’ASI è il terzo principale contributore dopo l’Agenzia Spaziale Tedesca DLR e quella francese CNES con cui ha condiviso la progettazione e la realizzazione, e condivide ancora il ruolo di guida nel lander project office e nello Steering Comittee del consorzio che vede, oltre alle tre citate, altre 5 istituzioni europee.



A bordo della sonda madre ci sono gli strumenti italiani GIADA, VIRTIS e OSIRIS destinati a studiare la composizione della cometa.

L’analizzatore di polveri cometarie GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) vede come PI (Principal Investigator) Alessandra Rotundi, dell’ Università Parthenope di Napoli; lo spettrometro ottico ad infrarosso VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) ha come PI Fabrizio Capaccioni, dell’INAF; il sistema di celle solari che alimenta il Lander e il sottosositema SD2, è invece guidato da Amalia Ercoli Finzi, del Politecnico di Milano; infine, una delle component dell’apparato OSIRIS, la “wide angle camera (WAC)”, è a cura del team dell’Università di Padova guidato da Cesare Barbieri

http://www.lastampa.it/2014/01/21/scienza/...feP/pagina.html
 
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view post Posted on 21/1/2014, 18:36
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Brava Rosetta :58: dormire fa bene a tutti :D
 
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