Ma uno studio statunitense sostiene che servono le giuste motivazioni
di CONCETTA RUOTOLO. Vivere bene e vivere a lungo è l’obiettivo comune di moltissime persone, che rincorrono questo sogno cercando di fare attenzione al proprio stile di vita e badare alla salute. L’antirughe di ultima generazione sarà allora perfetto per cancellare dal volto i segni del tempo, l’attiva fisica ed una dieta corretta diventeranno preziosissimi per l’equilibrio del corpo e una vacanza o un hobby aiuteranno a rilassarsi ed aprire la mente. Tutto quasi perfetto, ma… cosa ne è dell’anima? Spesso si crede di rincorrere o aver raggiunto la perfezione, quando invece si trascurano latri aspetti importanti della propria esistenza. Le attività di volontariato, ad esempio, non sempre sono particolarmente diffuse e in molti tendono erroneamente a sottovalutarle. Un nuovo studio pubblicato su “Health Psychology”, però, dimostra che fare del bene è utile agli altri, ma anche a se stessi: essere altruisti, infatti, allunga la vita! I dati utilizzati per questa ricerca sono pervenuti dal Wisconsin Longitudinal Study, interessante progetto che raccoglie informazioni su oltre 10.000 persone, seguite nel corso di circa 50 anni, per descriverne interessi, abitudini, aspirazioni e tutto ciò che aiutasse a spiegare l’evoluzione delle loro vite in relazione allo sviluppo della società. Ai componenti di questo vasto gruppo, quindi, è stato chiesto se avessero mai fatto del volontariato. Le aspettative di vita di chi ha dichiarato di avere esperienza in questo campo, confrontate con quelle di chi non si è mai impegnato in attività del genere, sono risultate maggiori. Un pizzico di altruismo potrebbe regalare qualche anno di vita in più, ma solo a chi si impegna ad aiutare gli altri in maniera sincera e disinteressata. I ricercatori, infatti, hanno precisato che fare del volontariato non basta: anche le motivazioni sono importantissime. Dedicarsi agli altri in maniera superficiale o per secondi fini, non giova per nulla e non riduce minimamente il rischio di mortalità. I dati analizzati, infatti, dimostrano che il rischio di mortalità di chi non si è mai interessato al volontariato era simile a quello di chi aveva dichiarato di aver prestato il proprio aiuto in cerca di prestigio personale o per qualche altro tornaconto, in maniera egoistica, dunque, e non altruistica. Il risultato di questo studio, come suggeriscono gli stessi autori, potrebbe incoraggiare scuole ed istituzioni a far crescere la cultura del volontariato, che sarebbe un ottimo antidoto contro la sterilità che a volte minaccia le nostre vite. Nella realtà un po’ ostile e spesso fredda di questi tempi nuovi, purtroppo, si insinua sempre più facilmente l’indifferenza ed ogni cosa rischia di venir livellata dalla superficialità delle coscienze ormai pericolosamente vicine ad un encefalogramma piatto. Questa, però, non può essere la strada giusta e sarebbe davvero importante poter rallentare, trovando il tempo di recuperare quei piccoli particolari di valore inestimabile, che una volta sfuggiti sono persi per sempre, come l’amore per le persone. Curare chi ci circonda è una buona ricetta verso la felicità, di quelle semplici ma davvero efficaci. Aiutando gli altri, infatti, ci si sente importanti, impegnati in qualcosa che sembra davvero riesca a far trovare un senso alla propria vita. Se si dà valore agli altri, è valore che si riceve, quando ci si apre verso chi è intorno a noi si crea uno scambio importante, un momento così intimo che poche altre esperienze riescono a pareggiare.
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