WASHINGTON – Volete sapere chi era il papà dell’Uomo? Se fino a qualche anno fa non si riusciva a dare una risposta sicura a questa domanda, adesso potremmo fornire un nome specifico al nostro padre primordiale.
Secondo alcuni articoli pubblicati sulla rivista americana Science, si tratta dell’Australopitecus Sediba, un ominide vissuto circa 2 milioni di anni fa che racchiude nei sui tratti fisici dell’uomo e della scimmia. Questo esemplare di Australopitecus è stato rivenuto in Sudafrica nel 2008.
Già dal nome tecnico possiamo avere delle utili informazioni in quanto la prima indica una provenienza generica, identificata nel punto cardinale Sud. La seconda, invece, sottolinea il luogo del ritrovamento.
L’aspetto più importante da sottolineare è che questa nuova scoperta potrebbe rivoluzionare le teorie scientifiche e antropologiche dell’evoluzione dell’Homo e delle sue origini degli Ominidi. I resti fossili di questi ultimi sono stati trovati in discrete condizioni in una grotta sudafricana: i sedimenti che ricoprivano il sito hanno permesso una loro conservazione eccellente.
Tra gli altri, è stata rinvenuta la presenza di parti più molli come strati di epidermide o resti di qualche organo. I ricercatori attraverso uno studio dettagliato in laboratorio sono riusciti a ricavare alcune informazioni su questo progenitore dell’Uomo.
Prima di tutto, con l’esame del carbonio 14 è stato possibile ricavare l’età dei resti, datandoli tra 1.97 e 1.98 milioni di anni fa. Gli studi poi si sono concentrati su due esemplari in modo particolare, sul corpo di un piccolo dell’età tra i 10 e 13 anni, e sulle spoglie di una femmina.
Le analisi sono andate avanti nello specifico attraverso gli esami su cervello e arti, consentendo ai ricercatori di scoprire strutture simili a quelle umane, altre invece del tutto estranee. Una scoperta sensazionale che potrebbe rivoluzionare anni di scienza e di ricerca sull’evoluzione.
Daniele Fox
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