I biglietti di auguri
Pare che nel 1709 il conte perugino Niccolò Monte Mellin consegnasse come buon auspicio a parenti ed amici, biglietti e cartoncini con poesie e frasi da lui composte.
L'idea fu ripresa da due tipografi milanesi solo all'inizio dell' Ottocento.
La consuetudine, però, di scambiarsi strenne risale ai Romani: fu il re dei Sabini, Tazio, solito ad offrire agli amici un mazzo di rami raccolto nel bosco della dea Strenua (da qui il nome strenna natalizia), sul monte Velia. Strenua voleva anche dire Sanitas, ovvero buona salute, che si voleva augurare alle persone care con un dono per lo storico romano Simmarco (320-402 d. C.)
'Nelle cose passi il sapore e l'anno, qual comincio',sia dolce' (Omero). La consuetudine riguardò poi anche il capodanno la cui ricorrenza fu spostata al primo gennaio e consacrava il Dio Giano. In questa occasione si invitavano amici e parenti ad abbondanti pranzi e ci si scambiavano frasi e pensieri augurali su formelle di terracotta, vasi colmi di miele, datteri, fichi e oggetti vari.
Il gioco della tombola
La tradizione di giocare a tombola la sera della vigilia di Natale o di Capodanno rimane salda e duratura, ma in pochi sanno che alla base di tale consuetudine sta l'antica usanza di trarre l' oroscopo proprio in quella notte: le ragazze, per esempio, traevano gli auspici per un prossimo matrimonio proprio in queste occasioni.
Il vischio
L'usanza di regalare vischio (dono degli dei agli uomini) è di origine nordica e ha 'lo scopo' di scacciare demonii e malefici. Viene appeso agli usci delle case con questo auspicio attribuendogli, perciò caratteristica di talismano.
Per una coppia, il gesto di baciarsi sotto il vischio sta a significare che le loro nozze verranno con molta probabilità celebrate entro l' anno.
L'origine di questa pianta viene così raccontata secondo una antica leggenda:
In un paesino di montagna viveva un vecchio solitario e avido. Non faceva altro e non si interessava ad altro che ai suoi beni e al suo danaro. Le sue ricchezze erano l'unico suo interesse. Non viveva sentimenti d'amore nè di compassione.
La sua avidità era tale da farlo svegliare in piena notte per precipitarsi a contare le sue monete, senza riuscire più ad addormentarsi.
In una di queste notti insonni decise di uscire a fare una passeggiata.
Era quasi Natale e da lontano cominciò a sentire voci e risa di bimbi. Per tutta la notte ascoltò quelle voci che raccontavano storie allegre e storie tristi di vita quotidiana di gente comune, dalla quale aveva deciso di distaccarsi.
Scoprì così la vita che dietro ad ogni persona si nasconde e cadde in un pianto ininterrotto. Pianse, pianse tanto!
Quelle lacrime rimasero legate ai rami del cespuglio a cui si era appoggiato. Ora risplendevano come piccole sfere di cristallo'. Nacque così il vischio.