YAQUI

I bambini del vulcano

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view post Posted on 13/2/2013, 15:49
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Argentina, le mummie dei piccoli inca sacrificati nel 1500.



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Una morte terribile. I sacrifici umani delle civiltà pre-colombiane. Una straordinaria scoperta archeologica. Un museo senza precedenti nel cuore dell'Argentina andina.
Questi sono gli ingredienti di una storia sospesa tra il sacro e il profano, tra tradizione e crudeltà popolare. Protagonisti i corpi mummificati di tre bambini inca, ritrovati 11 anni fa sulle Ande in un perfetto stato di conservazione e destinati, nei prossimi mesi, a divenire il pezzo pregiato del Museo archeologico di Alta montagna di Salta, storica città del nord dell'Argentina.
Dal 6 febbraio, infatti, gli incredibili reperti sono esposti al pubblico riparati da una teca di vetro dove una temperatura costante di 20 gradi sotto zero mantiene intatto il loro stato di conservazione di fronte agli occhi esterrefatti dei turisti.

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I corpi trovati sepolti dal ghiaccio a 6 mila metri

La vicenda dello straordinario ritrovamento ha avuto inizio nel febbraio 1999, quando una spedizione di 14 ricercatori, finanziata dal National Geographic, partì alla volta della cima del vulcano Llullallaico, impressionante montagna di 6.700 metri situata al confine tra Cile e Argentina, nel mezzo della catena andina.

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CONDIZIONI PROIBITIVE. La squadra, capitanata dallo statunitense Johan Reinhard e composta da archeologi e antropologi nordamericani, argentini e peruviani. si era messa in viaggio alla ricerca di reperti utili alla ricostruzione delle cerimonie sacrificali della popolazione inca che causarono la morte di centinaia di bambini.
La ricerca fu difficoltosa e lenta, a causa delle condizioni climatiche proibitive. La temperatura, infatti, sfiorava i -37 gradi e, nonostante il sofisticato equipaggiamento a disposizione, la scalata richiese «un eccelente stato psichico e di adattamento», come raccontò poi uno dei ricercatori, Christian Vitry.

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LA SCOPERTA A 6 MILA METRI. Finalmente, la squadra riuscì a raggiungere i 6 mila metri di altitudine e, a quell'altitudine apparve sotto una volta rocciosa, il corpo di un bambino, in posizione raccolta, avvolto in un mantello.
Era congelato, mummificato, perfettamente intatto. Tre giorni più tardi, Reinhard e la sua squadra scoprirono altri due corpi, entrambi di bambine, anche questi perfettamente conservati, complice il particolare microclima che caratterizza la cima del vulcano Llullallaico.

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Sacrificati al dio Sole dalle famiglie

I tre corpi furono trasportati a Salta ed esaminati a fondo. Dieci anni dopo gli esperti giunsero alle prime conclusioni: i tre bambini, tra i sei e i 14 anni, morirono circa 500 anni fa, uccisi nei sacrifici umani in occasione della festa della Capacocha. Una cerimonia che gli inca dedicavano al dio Sole per invocarne la benevolenza. Le famiglie erano così costrette a concedere in sacrificio un figlio e, in cambio, avevano accesso alla élite aristocratica della capitale Cuzco.

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MORTE PER IPOTERMIA. I bambini venivano condotti sulle cime innevate e gelide delle Ande, drogati con un cocktail allucinogeno di cocaina e alcol e abbandonati lì, in mezzo al ghiaccio e in perfetta solitudine. Senza cibo, sotto l'effetto della droga e del freddo, le piccole vittime si incamminavano fino ad addormentarsi e a morire di ipotermia. Infine, venivano sepolti. Secondo gli inca, i prescelti acquisivano in questo modo uno status divino. È stata questa la fine che con ogni probabilità fecero il 'bimbo', 'la donzella''e 'la bimba del fulmine', come sono state chiamate le tre mummie.

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DAI 14 AI 6 ANNI. La bambina più grande, aveva circa 14 anni quando è morta mentre il più piccolo solo sei. La terza, qualche tempo dopo la sepoltura, fu colpita al volto da un fulmine, che le sfregiò la guancia ma lasciò intatta la sua acconciatura fatta di tante treccine, visibile ancora oggi.

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Al di là del successo della scoperta e del richiamo turistico delle tre piccole mummie, per le comunità indigene delle Ande esporre i corpi come un trofeo dell'archeologia resta un sacrilegio.

L'APPELLO DEGLI INDIO. «Sono tre martiri, per noi sono ancora vivi e devono restare in cima alla montagna», ha tuonato Miguel Siares, a capo della tribù india Kollas Unidos. Si ripresenta, così, l'eterno dilemma tra scienza e fede, tra business e preservazione di un culto millenario.

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Per ora, i 'bambini di Llullaillaco' sono il tesoro del museo di Salta, nonchè una notevole fonte di guadagno. Ma gli indigeni non si sono ancora arresi. Quelle montagne, le loro montagne, ancora oggi sono sacre e non c'è archeologo che possa persuaderli a violare la volontà degli dei che le proteggono.

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Un sandalo appartenente alle tre mummie ritrovato vicino ai corpi.



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view post Posted on 13/2/2013, 16:43
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Impressionante :(
 
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view post Posted on 13/2/2013, 16:50
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EFFETTIVAMENTE...
 
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view post Posted on 31/7/2013, 17:11
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AMICIZIA...PECCATO SIA SULLA BOCCA DI TUTTI...MA NEL CUORE DI POCHI

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poverini....impressionante.....
 
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